CULTURA E TEMPO LIBERO

AREA MUSICA | ARCHIVIO

Blackstar
David Bowie (Sony)


Venticinquesimo e (ahinoi) ultimo album del musicista londinese, Blackstar è un lavoro assolutamente sorprendente. Uscito in occasione del sessantanovesimo compleanno di Bowie, e soli due giorni prima della sua morte, Blackstar è l'ennesima e purtroppo definitiva riprova del suo talento visionario e della sua forza trasformatrice.

A differenza del precedente The Next Day, album più "convenzionale" — "bowiano", se è concesso il termine — Blackstar ci regala letteralmente una nuova voce di Bowie: il falsetto straniato di un Lazarus di fronte all'inconoscibile.

Sostenuto da un gruppo jazz poco conosciuto — circostanza che ha fatto parlare erroneamente di "svolta jazz" nella carriera del cantante — Bowie compone in assoluta libertà, godendo di arrangiamenti di una modernità che artisti ben più giovani e "arrabbiati" non arrischierebbero mai.

I testi sono oscuri, per alcuni presagi dell'imminente fine. Certamente l'ostinato "I Can't Give Everything Away" dell'omonima canzone risuona di una disperazione evidente, ma più spesso Bowie sembra far ricorso a tecniche di montaggio di meri suoni senza particolari significati,

Il disco è pieno di capolavori, da "Sue (Or In A Season Of Crime)" dalle atmosfere noir, alla citata "I Can't Give Everything Away", a "Blackstar": difficile scegliere.

Quanto al "messaggio" che Bowie ci lascia, questa quartina può risultare chiarificatrice:

Seeing more and feeling less
Saying no but meaning yes
This is all I ever meant
That’s the message that I sent

Ma forse, per citare T.S. Eliot, "non è ciò che volevo dire: non lo è per niente!".

TRACKLIST
Blackstar
'Tis a Pity She Was a Whore
Lazarus
Sue (Or in a Season of Crime)
Girl Loves Me
Dollar Days
I Can't Give Everything Away