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Le sorelle Macaluso
Emma Dante


“Le sorelle Macaluso” è uno spettacolo teatrale messo in scena da Emma Dante nel 2014 e che ora approda, opportunamente riadattato, nelle sale cinematografiche.
Si tratta di un racconto privato della trama: sotto il nostro sguardo un gruppo di sorelle consumano la loro vita in una Palermo sottoproletaria senza storia e senza tempo.

La famiglia nello sfondo, una tragedia che lega più forte che mai e poi via, ciascuna per sé ma ciascuna per tutte. A noi è concesso solo sbirciare tra le relazioni, contrastanti tra odio ed amore, come solo i legami familiari riescono a produrre.

Le due versioni, quella teatrale e quella cinematografica, si differenziano l’una dall’altra come fossero complementari. La prima ha un campo largo, ci sono il padre e la madre nello sfondo, c’è un figlio. Le sorelle si confondono in un vociare corale. Nella versione per il grande schermo Emma Dante restringe il campo visivo, abbassa il volume, rallenta. La narrazione si concentra sulle sole protagoniste femminili e addirittura ne perde due per strada (le sorelle sono sette nella versione teatrale, cinque in quella cinematografica). Quasi a voler restituire quel che il teatro non può dare, Emma si concentra sui particolari: primi piani di corpi, visi, bocche, che lentamente consumano i loro gesti, segno del loro presente. Ancora, rispetto al palcoscenico, il cinema perde colore, la tappezzeria si sbiadisce, i vestiti si ingrigiscono come i capelli delle ragazze mentre diventano donne anziane.

Ciononostante, la vicenda non manca di pathos, non smette di emozionare, in una narrazione dolcemente sballottata tra le fragili note di un carillon e l’urlo lontano delle ambulanze che passano sotto casa. Poco resta degli sprazzi musicali che Battiato o Geraldina Trovato ci regalano.

Il volo di cento colombe è l’anelito di una libertà impossibile, che si rassegna a tornare indietro, nella mansarda, a consumare il becchime. Nel piatto buono, però, perché è la metafora della vita nei bassi palermitani, periferia del mondo, dove è necessario un pertugio per spiare il mare e dove il giorno più bello è quello di un bagno ‘rubato’ al ristorante Charleston ma è anche il giorno più adatto per morire.

Brava Emma.