Il problema nell'interpolazione spaziale dei pluviometri è che
la precipitazione non è un campo!
Non si tratta di una variabile definita in tutti i punti dell'atmosfera, con
uno spettro magari complicato, ma continuo sulle varie scale.
Al contrario, ciò che viene osservato al suolo in termini di mm/hh
può essere estremamente irregolare (sia nello spazio, sia nel
tempo) e dipendere in modo critico sia dalla situazione meteorologica, sia
dalle caratteristiche della topografia locale, sia dalla topografia
upstream. Inoltre
la statistica degli errori delle varie misure e stime della precipitazione
non è gaussiana e, di conseguenza, difficilmente trattabile.
D'altra parte, la disponibilità di una stima ragionevole della
precipitazione è di estremo interesse pratico, sia per fini
di verifica meteorologica, sia per fini idrologici.
Lo schema di analisi realizzato produce una stima della precipitazione
sull'area di interesse, mediante scelte di implementazione rivolte a
rispettare, per quanto possibile, le caratteristiche del fenomeno.
L'obiettivo è di realizzare un compromesso accettabile e produrre
quindi delle mappe che risultino informative sia in casi di precipitazione
di origine stratiforme, sia in casi di convezione.
Un'informazione più completa su un evento precipitativo può
risultare dall'
integrazione di misure
pluviometriche e stime da RADAR meteorologico.